Nessuno Nasce con l’Apocalisse nel Cuore
NESSUNO NASCE CON l’APOCALISSE NEL CUORE
No One Born With the Apocalypse in the Heart
55x38 cm
Olio su Tela (Oli on Canvas)
2020
sto riflettendo a proposito del pessimismo cosmico e della sensibilità di alcuni artisti di avere visioni lucide e reali del presente.
a volte si viene tacciati di essere negativi, propensi all’autocompatimento, vittime di una paranoia che fa emergere solo la componente negativa della vita.
molte volte ho edulcorato i toni, per non affannare l’ascoltatore riguardo a determinati temi o sono stato pregato di abbassare i toni per non creare disagio.
tutto questo nero nella tua pittura, tutto questo affrettarsi al mortifero, questa narrazione al buio contaminata di corpi abbandonati, solo gli ultimi, solo la parte nera del variopinto mondo, è negativa.
nessuno nasce con l’apocalisse nel cuore.
ci si insinua lentamente.
durante il corso di una vita un individuo è sottoposto a pressioni che possono sfibrare anche il carattere più forte e, una volta raggiunto il carico di rottura, tutto crolla. cerchiamo solo strategie per metterci al riparo, nel vano e illusorio tentativo di avere sicurezza.
si sta davvero come le foglie sugli alberi in autunno, anche adesso che arriva la primavera.
lo è sempre stato e sempre lo sarà.
ciclicamente la natura ci pone di fronte ad uno scontro titanico, dove a tutti è dato di riflettere intimamente sul pericolo da affrontare.
la maggior parte di noi però si vede che non ascolta attentamente i segnali che l’esterno ci manda, preoccupati esclusivamente di se stessi, a riprova che la negatività non è tutta dalla tua parte: questa massa informe non ha mai percepito la vera complessità del mondo.
il memento mori che si cerca di non vedere a tutti i costi, la fine che tutti non vogliamo, non avremmo mai voluto e mai vorremmo è qui, e ci cammina di fianco.
essere lucidi e preparati non è un sintomo di negatività: è solo un modo per stare al passo con i fottuti tempi che corriamo.
sottovalutare, minimizzare, oltrepassare, ignorare perchè di difficile comprensione, sopravvalutarsi, sono tutti atteggiamenti che ho sempre reputato più neri del nero che normalmente sopporto.
adesso che il gelo è per tutti mi rendo conto di quanto impreparazione ci fosse al peggio, al caos e alla confusione.
e mi dispiaccio.
forse tutti i nostri dei ci hanno abbandonato.
come hanno fatto in vita vostra già più di una volta amici, amanti e parenti.
ma il bello è che non abbiamo bisogno di dei.
abbiamo bisogno di fatti.
e quelli mancano.
sempre.
da sempre.
per sempre.
I've been reflecting about cosmic pessimism and the sensitivity of some artists to have lucid and real visions of the present.
sometimes you are accused of being negative, self-pitying, victims of a paranoia that only brings out the negative component of life.
many times I have to sweetened the tones, for not disturbing the listener about certain themes, or I’ve been screwed to lower the tones for no create discomfort.
all this black in your art, all this hurrying to “mortiferous” stuff, this narrative “all dark” contaminated with abandoned bodies, only the last, only the black part of the colorful world, is negative.
no one is born with apocalypse in the heart.
it’s creeping slowly itself.
during the course of life an individual is subjected to pressures that can stress even the toughest character and, once the breaking load has been reached, everything collapses. we only look for strategies to take shelter, in the vain and illusory attempt to have security.
we are really like the leaves on the trees in autumn, even now that spring is coming.
it has always been and always will be.
cyclically nature puts us in front of a titanic clash, where everyone is given to reflect intimately on the danger to face.
most of us, however, don’t listen carefully to the signals that the outside world sends us, worried only about ourselves, so the negativity is not only yours: this shapeless mass has never perceived the world for its true complexity.
the "memento mori" that we don't want to see, that we would never have wanted and would never want to see is here, and walks next to us.
being lucid and prepared is not a symptom of negativity: it's just a way to keep up with the fucking times we're going through.
underestimating, minimizing, ignoring, pretend nothing happened, because it's difficult to understand, overestimating yourself, are all attitudes that i've always considered blacker than the black that i normally stand.
now that the frosting ice is for everyone i realize how unprepared there was for the worst, for chaos and confusion.
and i'm sorry about that.
perhaps all our gods have abandoned us.
as have your friends, lovers and relatives in your life more than once already.
but the good thing is that we don't need gods.
we need facts.
and they are missing.
always.
forever.
and ever.