Simone Fazio

Scritti

Arte Officina

Giulia del Cappellano

Intervista di Giulia del Cappellano
pubblicata sul sito www.arteofficina.it

Che cosa fai? Come ti definisci?
Faccio Pittura e mi definisco un Pittore.

Qual è il tuo messaggio?
Boicottare la pace sociale.

La tua biografia in quattro linee?

Nasco, Cresco, Divento Adulto/Invecchio e Muoio.

Metti i tuoi quadri in rete? Dove possiamo vederli?

www.simonefazio.com

Come nasce un’idea? Che cos’è per te l’ispirazione?

L’ispirazione per me non esiste, esiste la volontà e la pratica quotidiana della pittura. Ho dei vortici cerebrali che mi spingono tutti i giorni a comporre qualcosa, per eliminare le sensazioni negative, i brutti pensieri i ricordi negativi.

Che cos’è l’arte?

Ancora non l’ho capito al 100% ma sicuramente non quella che il grande pubblico si aspetta di trovare in molte fiere e in molte mostre mainstream.

In che circostanze ti vengono le migliori idee?

Quando riesco a rimanere solo per concentrarmi e per fare luce sui miei lati bui.

Qual è la prova del nove per capire se per te un’idea è buona o no?

Se provoco sensazioni forti (anche il rifiuto per intenderci) seguite da un dubbio allora penso di essere sulla buona strada. Non cerco di tranquillizzare il mio pubblico e nemmeno di intrattenerlo: cerco piuttosto l’attivazione di un ragionamento.

Tre idee creative che ti piacerebbe fossero venute a te.

Questa domanda ha a che fare con l’invidia. Non ci sono idee che avrei voluto avere io… avrei voluto essere Caravaggio ma sono nato con circa 400 anni di ritardo.

Quando e come hai iniziato a vederti come un’artista?

Quando vado dal Commercialista.

Perché tanti artisti e creatori hanno delle personalità volubili?

Perché noi, più di altri mestieri (altrettanto dignitosi e difficili), siamo costantemente sottoposti a giudizi arbitrari, spesso in modo superficiale e stupido. A furia di sentire le porte che ti sbattono con forza sui denti anche il carattere più forte cede.

Ti consideri postmoderno?

Siamo tutti post-moderni.

Come si deve valutare un’opera artistica?

in arte, come in nessun altro campo, la valutazione è assolutamente personale. Io ti direi che valuto l’esecuzione e ciò che l’artista ha voluto rappresentare, il periodo storico e (un po’, ma non è necessaria) la storia personale dell’artista.

L’artista deve reinventarsi ogni giorno?

Chiunque deve reinventarsi ogni giorno di questi tempi.

Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?

Francis Bacon e Gerhard Richter: il primo per la violenza e l’istintività che connotano le sue opere, il secondo per i motivi esattamente opposti: eleganza e concetto.

Qual è la tua opinione sulle sovvenzioni pubbliche sull’arte?
tema spinoso, ma in breve: se una città ha una Galleria Civica Comunale è giusto sovvenzionare parte delle attività con soldi pubblici. Se il pubblico deve pagare la mostra di un privato ho delle riserve.

L’arte autentica è l’arte necessaria?

… non saprei, di questi tempi è difficile anche solo capire cos’è Arte.

Ti dispiace doverti staccare da un pezzo che hai venduto?

No.

Si compra l’opera, o si compra piuttosto l’artista?

Nella mia esperienza comprano l’opera. Io costo infinitamente di più.

Nell’arte non ci sono guide, come sai qual è la cosa successiva che devi fare?

Non lo so, navigo a vista… ecco perché sopravvivo.

Ti sembra giusto che gran parte delle opere che i musei d’arte contemporanea esibiscono sono d’artisti già morti?

I musei per definizione trattengono la cultura storica e coloro che la storia l’hanno fatta sono morti, quindi si, sono d’accordo. Abbiamo sempre molto da imparare da chi è venuto prima. E comunque di morti ce ne sono anche nelle gallerie d’arte contemporanea!

Che ruolo hanno giocato nella tua traiettoria le figure di collezionisti, rappresentanti, galleristi, e intermediari in generale?

Ogni passo che si compie in questo mondo è sicuramente il risultato di sinergie e di alleanze, ma bisogna sempre ricordare che alla fine della fiera siamo soli, sempre soli, anche quando le luci della ribalta non ci fanno vedere bene il cammino di fronte. Ogni mostra ottenuta, ogni quadro venduto, ogni piccolo passo è uno sforzo immane accompagnato da un modesto risultato.

Che tipo d’incarichi ti danno di solito?

Io dipingo e loro cercano di vendere. Se non ci riescono è colpa tua. Se vendono tutto sono dei guru.

Qual è dei tuoi lavori quello che più ti piace?

Quello che ancora non ho dipinto.

Collezioni qualche oggetto?

Fumetti e tavole originali di fumetti.

Che portali on-line d’arte frequenti?

Leggo poche riviste (sia cartacee sia on line) e tendo a non considerare molto ciò che viene scritto perchè c’è veramente una sopravvalutazione generica e generalizzata. Ogni focus è una scusa per decantare lodi (spesso ingiustificate) dei prossimi Numeri Uno che domani non ricordiamo nemmeno chi erano e cosa hanno fatto.

Che cosa consiglieresti a quelli che iniziano?

Di pensarci bene. L’arte non è stata ordinata dal dottore e non c’è nessun premio per chi tenta. L’arte è un’amante esigente, ti chiede tutto (tempo, sangue e soldi) e non è detto che ti restituisca qualcosa. Spesso mi confronto con giovani rapiti dall’idea di fare soldi in fretta e senza sacrificio, idea che molte riviste e un certo salotto di lustrini hanno contribuito negli anni a diffondere, ma la verità è molto ben lontana dalle paillettes e dalle serate luccicanti dei grandi eventi.

La verità è che sei sempre solo.

E se non ci sai stare diventa pericoloso.